Mi auguro che questo Natale porti nelle vostre case gioia e serenità, e che il calore delle relazioni familiari renda questi giorni ancora più speciali, che ogni sorriso, che ogni abbraccio e che ogni momento condiviso con gli amici e i cari siano un dono prezioso che arricchisca il cuore.


Il nostro pensiero non può non andare oggi ai bambini -e alla popolazione civile tutta – che oggi si trova a vivere sotto le bombe proprio nei territori in cui il Cristo venne alla luce, in Palestina. Siamo abituati a fare uno sforzo immaginativo vedendo l’immagine del presepe. Forse non riusciamo a riportare ai giorni nostri l’immagine di quel bambino che nasce in una stalla “al freddo e al gelo”, indifeso e nella più completa umiltà, ma con una forza dirompente tale da sollecitare Re Erode in quella che conosciamo dal Vangelo come “la strage degli innocenti’, quando la fame di potere dell’uomo trasformò bambini in vittime inconsapevoli di un odio spietato.


Mentre chi deteneva il potere temporale si preoccupava di imporsi con la violenza per elevarsi tra i grandi della storia, il Re della storia scelse la via della piccolezza. Nessuno dei potenti si accorse di Lui, solo alcuni pastori, relegati ai margini della vita sociale. Giunse a noi debole ma con un messaggio forte: “sulla terra pace agli uomini di buona volontà”.


L’augurio che faccio a tutti Voi, e a me -scusate- in primis, è di scoprire l’essenza di quei pastori che con coraggio -ma nel silenzio e nell’umiltà- hanno trovato la grandezza. Non si sono voltati dall’altra parte e non sono rimasti indifferenti. Essi sono i primi custodi dell’adorazione e della nostra fede.